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Antonella Borghini Anto Bee
La sua poesia preferita:
I gabbiani di Galway
L’improbabile luce della notte d’Irlanda
ti costringe a sentire quel becero urlare
ascolta
li senti parlare di An Life e del Vento del Nord
del cielo
che balbettando corre di pioggia
di verde e di roccia e di rughe segnate dal sale
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Questa poesia è pubblicata anche nel sito RimeScelte
Antonella Borghini Anto Bee
Gatti non foste per viver come bruti
Introspezione
Vorrei essere gatto
con passo felpato camminare deciso
sui bordi al baratro di sette vite
randagio e rosso al pelo
fra i tetti a leccarmi le ferite
ho detto gatto
sdraiato al davanzale
lasciandovi passare
senza degnar di sguardo
le vostre verità alterate
appena nate e già tradite
sì gatto
miagolando
dietro le vostre case
sotto le imposte chiuse
lasciando il pelo al fosso
la coda tramortita
l’alba alla luce e il buio
alla dipartita
miagolando con la luna
la mia anima alla vita
ho detto gatto sì
gatto
perché
se fossi gatta
-al fare della sera-
allora sarei pantera
Opera pubblicata ai sensi della Legge 22 aprile 1941 n. 633, Capo IV, Sezione II, e sue modificazioni. Ne è vietata qualsiasi riproduzione, totale o parziale, nonché qualsiasi utilizzazione in qualunque forma, senza l'autorizzazione dell'Autore.
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Commenti di altri autori:
«piacevole, giuliva da leggere spensieratamente, particolare davvero, diversa, molto bella»
«Quando ho letto il titolo, non ho resistito ad aprirla subito questa poesia, e come potevo non farlo, io che sono ascendente gatto... tutta la filosofia di vita di questo animale sacro fotografata con versi opportuni fino all'immedesimazione, ma al far della sera, ammette simpaticamente l'autrice, che se fosse invece gatta (cosa più probabile essendo femmina) si trasformerebbe in pantera... lasciando immaginare un bel caratterino, come dire... attenzione gatti!»
«Sento ovattato il delicato incedere felino, appena percettibile sul tetto, dove dormono passeri e tu, gatta che con lo sguardo dici tutto, procedi nel canale che raccoglie le lacrime del cielo. Regina della notte, canti con miagolii che danno pena, ma sono la tua lena quando concedi al maschio la tua grazia. Sei anima sincera, infida quanto basta, perché la vita non è bianca o nera, ma talora è striata e vibra sfumature di colore, col segno che divaga dal comunissimo senso dell'amore. Gatta morbida e matta, imprendibile e bella trapezista, che salti sulla pista e raggiungi le altezze coi tuoi balzi, scorgendo il malumore asserragliato dietro la finestra, quando sul davanzale passi danzante con virtù maestra. Gatta, donna felina e amata!»
«Mentre scrivo questo commento ho uno dei miei tre gatti seduto sulle mie ginocchia, che osserva affascinato le mie dita sulla tastiera. I suoi grandi occhi azzurri scrutano ogni mio movimento con attenzione. La poetessa ha descritto molto bene la personalità di questi felini. Stando con loro alla fine finisci col somigliargli, col sentirti un po' pantera, tigre, ghepardo ecc...»
«Il gatto, per molte persone superstiziose, rappresenta qualcosa di diabolico, soprattutto quello nero che al tempo dell'Inquisizione finiva sul rogo insieme alle streghe (sempre in nome di dio! Ma nell'antico Egitto i gatti erano animali sacri, venerati e rispettati come tali e ad essi venivano associati anche dei poteri magici! Questo tuo essere gatto puo nascondere queste ambizioni? Chiedetelo! Comunque i versi sono accattivanti e scorrevoli.»